RUBEN. Apostolozens Eccoci ancor tutti a tuoi piedi, o grande, to) Irreparabil morte, Che già fpiega in lor volto orride infegne. Tua man benefattrice ora ti bacia. BENIAMINO. E quefto bacio a te ne vien col pianto.: Apostolozeno GIUSEPPE. (Per troppa angofcia il favellar m'è chiufo.) Sorgete. Il voftro (ah, quafi diffilmio.) Vecchio padre ancor vive? GIUDA. Ei vive in forte, Ma infelice vecchiaja; ed è prodigio, GIUSEPPE. (Cara fimplicita! Bella innocenza! Cedo, fe più mi arrefto). Olà: imbandite Profondi, inacceffibili Son gli affetti de' Grandi; E mal fi lafcian ravvifar dal volto.r } GIUDA. Sia Dio, che in noftro pro tocchi quel core, zi Apostolozeno GIUDA, RUBEN e BENIAMINO. A DIO porgiamo Che febben ei gli fa, febben gli vede, CORO de' fratelli di Giuseppe. Dio, che tieni in tua mano il cor de' Regi; Sani i noftri languori, e ne dia vita. Dal favor, qual dal grano, Sè fparfo in buon terren, frutto fi coglie; Per timor di gittarle inutilmente: Che in pro de' buoni è meglio Far bene anche a' malvagi, Che a que' mancar, per non giovar a questi. Così i provvidi Dei comune a tutti Lafciano un ben, che feparar non ponno. Comparte egualmente Il Sole i fuoi raggi, La terra i fuoi frutti, La Natura, in dar tuoi beni, |