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Nel campo della politica internazionale non è così. La grande lotta, che si combatte tra le nazioni per il predominio politico ed economico, ha questo di tragico: che le occasioni perdute non si ritrovano facilmente, e gli errori si scontano per lunghi anni. Onde le deficienze dell'opinione pubblica possono essere causa di conseguenze funeste per le sorti e l'avvenire della nazione.

La generosità dei sentimenti, il desiderio della giustizia e del bene sono qualità nobilissime, ma non bastano a risolvere in modo soddisfacente i complessi ed intricati problemi della politica estera, pei quali piuttosto altre doti sono necessarie: una coltura e preparazione adeguata, una limpida visione della realtà, uno spirito acuto e previdente, che non si lascia sorprendere dagli avvenimenti, e vi prepara la nazione in tal modo, che essa possa affrontare qualunque complicazione internazionale nelle condizioni più favorevoli per la soddisfazione delle sue aspirazioni e dei suoi interessi.

Queste qualità essenziali mancano all'opinione pubblica. La massa non può avere un'intelligenza politica sufficiente ad intendere questioni che richiedono attitudini e studî speciali, e delle quali sovente non sa comprendere l'importanza e il valore; nè è capace d'interessarsi lungamente al medesimo problema. Essa procede nervosamente, a scatti. Tratto tratto ha dei bruschi

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risvegli; ma non di rado questi avvengono troppo tardi, quando la situazione è compromessa in modo irreparabile.

Quella stessa eccitabilità di temperamento, che è propria della moltitudine, può essere fonte dei maggiori pericoli nella soluzione di questioni, per le quali la calma e la ponderazione sono indispensabili. Non è difficile ad un agitatore politico approfittare dell'irritazione, suscitata nel popolo da qualche delusione od offesa, per trascinarlo ad uno di quelli atti di delirio collettivo, a cui nessun governo può resistere. Allora la nazione può trovarsi ad un tratto dalla follia di una massa ignorante ed irresponsabile precipitata in una guerra alla quale non è preparata e le cui conseguenze le saranno fatali.

Il sentimentalismo e la retorica possono molto sull'anima collettiva; e dalle loro ispirazioni è facile che essa sia condotta a dimenticare le condizioni attuali della società internazionale, e a cullarsi nei vaghi sogni del cosmopolitismo umanitario. Fatale illusione che scambia per realtà dell'oggi le speranze di un futuro indefinito, e intanto sacrifica i diritti e gli interessi nazionali a quelli di altri Stati più previdenti ed accorti!

<< Gli affari diplomatici affermò il Glad<< stone in un suo discorso alla Camera dei Co<< muni richiedono delle doti speciali che le as

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<< semblee numerose non hanno. Non basta tenere « innanzi agli occhi gli interessi del proprio paese, « ma conviene investirsi anche un poco dei sen« timenti dell'altra parte, ed avere talvolta l'abnegazione di cedere sovra un punto per salvare lo << insieme di un accordo. Ora le Camere non pos« sono avere la pronta intuizione, che è necessaria « per valutare la convenienza di qualche sacrifizio << in cambio di maggiori vantaggi. Esse sono troppo « preoccupate da considerazioni astratte e da idee << di partito >>

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Tanto meno una siffatta pieghevolezza può trovarsi nella moltitudine, proclive ai giudizi assoluti e alle risoluzioni estreme; nè all'opinione pubblica, variabile per natura sua, agitata dalle opposte correnti dei partiti, spesso confusa e ingannata dai clamori della stampa, può chiedersi quella nettezza di vedute, quella continuità e stabilità di indirizzo, che è condizione essenziale di successo nella politica estera.

S'intende quindi di quanta importanza sia anche oggi la presenza al governo di un abile uomo di Stato, il quale non si accontenti di seguire docilmente gli impulsi dell'opinione pubblica, ma sappia illuminarla e dirigerla.

Il popolo non ha meno bisogno di sapienti e avveduti servitori, di quello che non ne avessero i principi assoluti. Ne ha anzi di più. Poichè questi

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erano sovente essi stessi geniali diplomatici, e inoltre la scena era ristretta e semplice l'azione ; si trattava per lo più di sorprendere i segreti di poche Corti, e di conoscere le molle, che facevano agire un ristretto numero di uomini.

Ma oggi l'orizzonte si è immensamente allargato. Il campo delle competizioni internazionali, dapprima limitato all'Europa, abbraccia ormai tutto il mondo, suscitando dovunque complicazioni di interessi e occasioni di conflitti. E poichè oggi sono i popoli i protagonisti della politica, è necessario penetrare nella loro psicologia, farsi un concetto esatto del loro temperamento, delle loro aspirazioni, delle loro forze: conoscere insomma in tutti i suoi elementi quella grande scacchiera, di cui le nazioni sono i pezzi, che si muovono in un senso o nell'altro secondo il giuoco della politica e l'incrociarsi degli interessi.

Nella difficile gara il successo dipende in buona parte dall' abilità personale dei giuocatori. Perciò è gran fortuna per una nazione se, specialmente nei momenti più gravi della politica internazionale, le sue sorti sono affidate ad uomini, che hanno una visione netta e precisa dei suoi interessi, ed a favore di questi sanno spiegare un'azione vigorosa ed una vigilanza infaticabile. Perchè così avvenga, è necessario che essi posseggano in grado eminente le qualità mancanti

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all'opinione pubblica: soprattutto che da uno spirito calmo e ponderato possano trarre una gran freddezza di osservazione ed un vivo senso della realtà.

Guai per una nazione se i suoi diplomatici si lasciano affascinare da formule astratte e da principî teorici, anzichè preoccuparsi unicamente degl'interessi concreti del loro paese, approfittando abilmente delle realtà politiche del momento! Lo sa l'Italia, che ne ha fatto una ben amara esperienza e ancora ne risente gli effetti dolorosi.

Alla politica estera di uno Stato è bensì necessario il concorso di un altro elemento di successo. È compito della diplomazia vigilare sul corso degli avvenimenti, afferrare le occasioni favorevoli, stringere sapienti accordi, in cui gli interessi del paese trovino efficace tutela. Ma le linee direttive del programma che essa dovrà svolgere, devono venirle dal paese medesimo. Se l'appoggio della opinione pubblica è indispensabile all'azione governativa, questa deve trovare in quella ispirazione ed impulso.

Gli uomini che sono al Governo cambiano facilmente, specie nei regimi a base parlamentare come il nostro. Invece la politica estera di un paese, se non vuol essere perpetuamente sterile, deve avere un carattere di assoluta continuità e stabilità. È perciò necessario che le sue grandi

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